Quando nascere non è poi così semplice...
Il termine “cesareo” deriva dal latino antico caedere che tradotto significa “tagliare”. Il parto eseguito con questa metodica risale al XVIII secolo, dove la mamma è sopravvissuta per la prima volta all’estrazione del feto per via addominale. Negli ultimi anni, il ricorso al parto cesareo è aumentato a livello mondiale in maniera spropositata nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi il 10-15% dei casi, ovvero 1 donna su 7. In Italia, ad oggi, i dati evidenziano la presenza dell’intervento chirurgico nel 33,7% delle donne: dal 1985 al 2005 la quota percentuale è aumentata dell’80% e secondo l’ultimo rapporto Cedap, il tasso è più alto per i parti nelle case di cura private accreditate 50,9%, mentre negli ospedali pubblici è del 31,7%. Inoltre la maggior diffusione si riscontra al Sud Italia, soprattutto in Campania, con il 62%.
Perché eseguire un parto cesareo? La ragione di un incremento così esponenziale della pratica è principalmente connessa ad un eccesso di medicalizzazione dell’evento nascita, nonché ad una decisione dell’intervento basata talvolta su motivazioni non funzionali. Spesso il parto viene vissuto come un momento traumatico e non positivo: sono molti i sentimenti trasmessi di un vissuto di sofferenza di fronte al quale il taglio cesareo appare come una soluzione innocua, indolore e quindi auspicabile.
La richiesta da parte delle donne deriva principalmente dalla paura del parto vaginale: tiimore del dolore, della salute del proprio bambino, di qualcosa che potrebbe andare storto. La medicalizzazione avvenuta nella sanità però, non riguarda solo l’eccesso di interventi assistenziali chirurgici, ma d’altro canto, anche la possibilità di avere a disposizione strutture all’avanguardia attrezzate per ogni evenienza: ciò consente in tal modo di partorire spontaneamente in assoluta sicurezza.
È importante che le donne siano a conoscenza delle possibilità che hanno a disposizione e soprattutto, che siano informate delle indicazioni assolute per effettuare un parto vaginale od un taglio cesareo.
Quando si realizza un parto cesareo? Le motivazioni determinanti sono:
- Il feto è in posizione anomala, podalica, trasversa, di spalla o con le natiche;
- Problematiche del bambino come malformazioni o patologie gravi che non gli consentono di affrontare in sicurezza un travaglio;
- Anomalie del bacino materno per cui pur bambino potrebbe avere difficoltà nel passaggio o macrosomia fetale (> 4Kg);
- Sofferenza dell’attività cardiaca fetale durante il travaglio o distocie da parto;
- Gravidanza gemellare o plurigemellare;
- Placenta previa: situazione che ostacolerebbe l’uscita del piccolo;
- Pregressi tagli cesarei;
- Condizioni e patologie materne come cardiopatie, infezioni, insufficienza renale o respiratoria e altre.
In assenza di condizioni cliniche che lo giustificano, il parto cesareo non va interpretato come più sicuro di quello naturale. Nel parto vaginale, il neonato viene alla luce con un adattamento migliore di quello conferito dal cesareo: le lunghe ore di travaglio preparano il feto ad ambientarsi al passaggio extrauterino e, una volta nato, viene subito posto sul ventre materno per favorire il contatto pelle a pelle.
Nell’intervento, non si innescano tutti i meccanismi ormonali e intimi che danno l’impronta al futuro legame familiare. Ad esempio, i nascituri non possono assumere i batteri risiedenti nel canale vaginale, determinando così la formazione di una minor flora batterica intestinale. Recentemente, in alcune realtà ospedaliere, per incoraggiare la creazione del primo legame madre-bambino, si sta cercando di introdurre il contatto pelle a pelle anche durante il parto cesareo. Se non è possibile eseguirlo direttamente con la madre, il piccolo, successivamente alla valutazione del suo stato clinico, viene collocato sull’addome paterno.
Essendo un intervento chirurgico ci vuole qualche giorno per riprendersi. È importante fin da subito iniziare a muoversi trascorse le prime ore post-operatorie: le evidenze scientifiche informano che l’immobilità aumenta il rischio di complicanze cardio-circolatorie. Rispetto ad un parto spontaneo, la convalescenza è di circa due o tre giorni; successivamente la famiglia viene dimessa e la donna dovrà ritornare in ospedale al momento della medicazione della ferita. I punti interni si riassorbono autonomamente, mentre quelli esterni dovranno essere rimossi manualmente una volta la cicatrice sarà rimarginata.
Cosa fare sulla cicatrice da parto?? Una volta saldata, la cute attorno alla ferita riprenderà la sua sensibilità, e la cicatrice si rimpicciolirà fino a 4-5cm. È importante praticare dopo la guarigione l’armonizzazione della cicatrice, ovvero massaggiare la zona interessata e regolarizzare la cute, evitando così l’insorgenza di aderenze. Questo lo si può fare applicando anche creme che vadano a nutrire e cicatrizzare l’area coinvolta.
È possibile partorire spontaneamente dopo un taglio cesareo? Considerando le condizioni soggettive materne-fetali alla successiva gravidanza, è assolutamente possibile effettuare il così detto “parto di prova”. Se sussistono le corrette evidenze, si può pensare di partorire per via vaginale.
Purtroppo molte donne che pensavano di partorire spontaneamente, si ritrovano ad avere subito un taglio cesareo. Sussistono molte condizioni relative, soprattutto durante il travaglio di parto, per cui la scelta verso l’intervento chirurgico risulta più sicura non solo per la madre, ma soprattutto per il feto. A tutte queste neomamme vorrei dire che non è colpa vostra: non siete incapaci di mettere al mondo il vostro piccolo. Non siete inadatte alla nascita e tantomeno non esiste nulla di sbagliato in voi. L’importante è il benessere: il vostro e quello del vostro bambino.
È fondamentale e conoscere molto bene ciò a cui potrete andare incontro. Come in tutte le pratiche ci sono aspetti positivi ed altri negativi che possono comportare rischi. Se vi dovrete trovare difronte ad una celta è necessario che questa sia informata e soprattutto consapevole: solo cosi ricercherete il meglio per voi stesse ed il vostro piccolo.