Dove il legame fisico raggiunge l'unione emotiva

 

Nel cercare di immaginare il nostro bambino in utero, spesso lo pensiamo nuotare e navigare nella pancia. Ma dove è realmente contenuto il feto durante la gravidanza? Sono tantissime le componenti materne e fetali che garantiscono la vita intrauterina, e tra queste, la placenta. Nello sviluppo primordiale, l’embrione riceve l’ossigeno e le sostanze nutritizie dalla mucosa interna dell’utero, l’endometrio. Crescendo nel tempo, in particolare a partire dalla 10 settimana di gestazione, lo scambio avviene attraverso la placenta, organo discoidale che raggiunge il massimo sviluppo nel terzo mese di gravidanza.

È una struttura caratterizzata dallo stesso corredo genetico del futuro nascituro e si compone di una faccia materna, quella adesa all’utero e di una fetale, rivolta verso il feto, a stretto contatto con il liquido amniotico e sulla quale si inserisce il cordone ombelicale.

Perché è così importante? In utero svolge le funzioni di polmoni, reni, fegato, apparato digerente, ghiandola endocrina e pelle. Non da meno, impedisce il passaggio di molte sostanze dannose per il feto anche se alcune possono comunque attraversarla come la caffeina, l’alcool, la nicotina e alcuni farmaci. Garantisce gli scambi metabolici e gassosi tra l’organismo materno e quello fetale grazie all’affluire del sangue lungo i suoi vasi. Il feto e la placenta sono collegati tra loro tramite il cordone ombelicale mentre l’organismo materno comunica direttamente con essa attraverso delle sacche definite “lacune sanguigne”.

La posizione della placenta dipende dal punto in cui avviene l'impianto dell’embrione nell’endometrio ad inizio gestazione e potrà essere anteriore, posteriore, o laterale: ciò è una caratteristica tipica di ogni gravidanza e non va ad influire né sul suo proseguimento, né sull’evento del parto.

 

Alla nascita, il legame tra placenta e feto si interrompe con l’esalazione del primo respiro: il primo vagito del neonato permette l’ingresso di aria nei polmoni, la fuoriuscita di liquido e quindi l’inizio di una circolazione sanguigna autonoma ed indipendente da quella materna. In particolare, tale evento si realizza ancora di più con il taglio del cordone ombelicale, che in condizioni di fisiologia, viene effettuato solo dopo il primo minuto di vita del piccolo: questo momento è fondamentale in quanto gli garantisce il maggior apporto di sostanze ed ossigeno, nonché il più naturale adattamento alla vita extrauterina. La catena materna, invece, termina con il secondamento, ovvero il distacco totale e la fuoriuscita degli annessi fetali: la placenta con le sue membrane ed il cordone ombelicale.

 

Non è solo un organo funzionale, non è solo una struttura protettiva, è per di più un legame. È il primo legame che unisce un figlio alla propria madre e che garantisce di accompagnarlo fino a quando, concretamente, la mamma non stringe tra le braccia il suo piccolo.