Si può vivere in un mondo tutto storto

 

La posizione del bambino in utero è un elemento molto importante da valutare in gravidanza, soprattutto nell’ultimo trimestre, quando si avvicina il momento della nascita. Partorire per via vaginale, nella maggior parte dei casi, è più sicuro sia per la mamma, sia per il suo bambino, ma esistono situazioni che non consentono la sua normale riuscita, motivo per il quale risulta più ragionevole effettuare un taglio cesareo. Tra queste situazioni, rientra anche la presentazione anomala del piccolo in utero, come la presentazione podalica.

A partire dalla 32 settimana di gravidanza circa, il feto, a causa dell’aumento delle sue dimensioni, percepisce una diminuzione dello spazio nel quale è contenuto. È proprio intorno a quest’epoca infatti, che la maggior parte dei bambini, si orienta nella posizione a lui più consona, tendenzialmente quella cefalica, con la testa verso il basso e gli arti inferiori che occupano la parte più ampia dell’utero. Quando invece il bambino orienta verso il basso gli arti inferiori o il podice, assume la presentazione podalica.

 

Il motivo per il quale alcuni bambini decidano di voler nascere in questo modo non è del tutto noto. Oggi in Italia circa il 4% dei neonati nasce con parto vaginale podalico, nonostante l’indicazione sia quella di eseguire un taglio cesareo. La maggior parte dei feti che durante la gestazione assume una presentazione podalica, a termine gravidanza tende a girarsi autonomamente tra la 34 e 36 settimana.

 

Il parto vaginale espone il feto a maggiore possibilità di rischio, soprattutto di traumi neonatali alla nascita, in quanto risulta più complesso. Normalmente, infatti, la testa è la prima parte ad uscire, seguita dal resto del corpo. Nei parti podalici accade il contrario: il capo è in alto, mentre il sedere o i piedi sono in basso, pronti per incanalarsi nel canale del parto. Non è impossibile: se le ridotte dimensioni del nascituro in relazione alla pelvi della madre lo permettono, è possibile tentare la modalità convenzionale, qualora il ginecologo, valutando il rapporto beneficio/danno, ne confermi la fattibilità. Tuttavia, il taglio cesareo risulta essere l’opzione di prima scelta qualora il feto non si sia girato.

 

Le cause di tale posizione in utero sono tutt’oggi ancora sconosciute. Gli studi scientifici identificano correlazioni con madre, feto e stato gravidico. Infatti, occorre più frequentemente in donne di origine caucasica, con tumori pelvici, malformazioni uterine, abitudini al fumo, elevato BMI. Caratteristiche fetali che possono determinarlo, invece, sono, complicazione placentari, malformazioni, basso peso alla nascita. Lo stato gravidico è interessato per le gravidanze gemellari, posizione della placenta, polidramnios, brevità del funicolo. Inoltre, potrebbe coesistere anche una predisposizione genetica.

Si può correggere la posizione del bambino in utero? Si può cercare di aiutare il piccolo ad assumere una posizione corretta per effettuare un parto spontaneo vaginale. Le opzioni principalmente sono due: le manovre esterne di rivolgimento e tecniche alternative che incoraggiano la rotazione spontanea. La manovra esterna viene effettuata tra la 36 e la 37 settimana in ambiente ospedaliero, con sala operatoria preparata in caso di necessità di taglio cesareo: il ginecologo, sotto guida ecografica, eserciterà una pressione sull’addome materno, tentando di far eseguire al bambino una capriola in utero. L’efficacia della metodica è di circa il 40% dei casi. Prima di questo momento, possono però essere messo in atto pratiche più naturali come l’agopuntura, la moxibustione, tecniche posturali. Si tratta di strategie volte a stimolare l’aumento dei movimenti fetali in utero e vengono eseguiti da persone competenti nell’ambito di applicazione come ostetriche, naturopati, personale specializzato. Non sono manovre invasive o traumatiche, ma la loro efficacia non è del tutto garantita.

 

Come per l’innesco dell’evento della nascita, anche la posizione in utero è decisione del nostro bambino. Dobbiamo cercare di ascoltarlo ed entrare in connessione con lui al fine di comprendere le sue decisioni. La naturalità è l’elemento che più rappresenta il percorso della gravidanza: se il piccolo è podalico, nella maggior parte delle volte, è perché questa posizione lo preserva da altre meno convenienti. Affidiamoci a lui: sa già come e cosa fare per il benessere di entrambe, mamma e bambino.