È negli occhi di un bambino che nasce

la vera luce dentro

 

Alla dimissione dopo la nascita, sono tantissime le mamme che sentono comunicarsi dal pediatra: “Signora, suo figlio ha l’ittero e bisogna tenerlo ricoverato per sottoporlo a terapie adeguate”. Neanche il tempo di mettere al mondo il proprio piccolo che già viene allontanato dai suoi genitori. Ma cos’è l’ittero neonatale?

È la colorazione giallastra della pelle, delle sclere e delle mucose del bambino, causata dall’accumulo di bilirubina, un prodotto di scarto del metabolismo dell’emoglobina dei globuli rossi, che, alla nascita, non viene smaltita correttamente. Si tratta di condizione molto diffusa in più del 50% dei neonati, talvolta visibile ad occhio nudo, prima sul volto e negli occhi, poi sul tronco e negli arti.

 

A seconda della concentrazione di bilirubina nel sangue e della causa scatenante, è possibile distinguere un ittero fisiologico, da un ittero patologico. Mentre quest’ultimo può essere indotto da incompatibilità del sistema Rh o ABO madre-bambino, infezioni, patologie genetiche o materne e comparire nelle prime 24 ore con valori plasmatici molto elevati, quello fisiologico si manifesta dopo qualche giorno dalla nascita e regredisce tendenzialmente in 10 giorni.

 

Le cause dell’ittero fisiologico sono da ricercarsi principalmente in un aumentato carico di bilirubina al fegato che non riesce a convertirla correttamente per la sua eliminazione attraverso i processi digestivi; talvolta è più frequente successivamente a parti indotti con ossitocina o in caso di diabete gestazionale materno: ha una massima concentrazione di circa 12mg/dl e si riscontra a partire dal 2° giorno, con un massimo picco intorno al 3°-4°.

 

Il controllo cardine per determinare l’iperbilirubinemia nel piccolo è il bilicheck: nonostante a volte il colorito sia osservabile anche alla vista, è importante conoscere la sua concentrazione per programmare un piano assistenziale adeguato. Successivamente a questa prima misurazione istantanea transcutanea con un termometro, si procede con un prelievo ematico più specifico.

 

Il trattamento di prima scelta per l’ittero è la fototerapia: la terapia della luce. Il bambino viene posizionato in una culla apposita, sotto il fascio luminoso di luci speciali che sono in grado di trasformare la bilirubina in una sostanza degradabile dall’organismo. A seconda dei valori che giornalmente verranno monitorati, la terapia ha una durata circa di qualche giorno. Nei casi più gravi e patologici, si procede con cure più efficaci.

 

Ciò induce inevitabilmente una separazione fisica tra la neomamma ed il suo piccolo, ma non va assolutamente ad inficiare nella creazione del loro indissolubile legame emotivo: la madre difatti, potrà sempre assistere il neonato durante la degenza e più di tutto, proseguire con l’allattamento al seno, garantendogli non solo i nutrienti più essenziali, ma l’amore più vero.