Il giusto per me è il giusto per il mio bambino

 

Negli ultimi anni è capitato molte volte di ascoltare notizie riguardo a nascite andate male o parti danneggiati da manovre ostetriche inopportune, come la Manovra di Kristeller.

Cos’è?

Si tratta di una manovra delicata, effettuata dall’ostetrica o dal ginecologo tramite una pressione manuale a livello del fondo dell’utero per facilitare l’uscita della testa del piccolo nelle fasi finali del parto.

Non esistono evidenze scientifiche abbastanza forti da supportare la sicurezza della pratica in sala parto, ma sono state descritte alcune indicazioni cliniche specifiche per il suo uso: distress fetale, mancata progressione durante la fase espulsiva, esaurimento della forza materna durante le contrazioni.

 

Se non eseguita correttamente, potrebbe comportare l’insorgenza di alcune complicanze materne e neonatali: mentre in alcuni paesi viene considerata piuttosto obsoleta, oggi in Italia è una pratica la cui prevalenza è sottostimata, ovvero viene eseguita, ma il più delle volte, non descritta in cartella clinica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che, nonostante non sia mai stata vietata, è una pratica non raccomandata: il presunto aiuto che potrebbe indurre risulta inferiore ai danni insorgibili se la pressione e la forza di esecuzione sono inadeguate.

 

Come la vivono le donne? Talvolta, per la mancanza d’informazione e registrazione, viene vissuta come una vera e propria violenza. Violenza intesa come aggressività, violenza fisica, violenza del diritto di sapere, violenza nella percezione dolorosa. Spesso si rimane in silenzio, sopportando il trauma e accogliendola come necessaria per la nascita del proprio bambino: solo il 3-4% dei casi è realmente indicata; tutto il resto è inadeguatezza della pratica.

 

Avere un’esperienza positiva della nascita vuole dire essere le protagoniste: essere attive e conoscere, è il requisito fondamentale per donare a noi stesse un ricordo migliore.