Il tocco è uno dei sensi più fini e delicati che possediamo: non consente solo di percepire materialmente, ma di entrare emotivamente in contatto con ciò che accogliamo tra le mani. Durante la gravidanza spesso ci si sente dire “Non toccare troppo la pancia che è pericoloso e scatena le contrazioni”, ma c’è una netta differenza tra il tocco inteso come tatto e la palpazione.

 

 

La pancia di una futura mamma è un evento unico: un nuovo approccio alla fisicità, una sensazione di trasporto in grembo, un’emozione di accettazione, ma soprattutto, un’interazione diretta con il proprio bambino. Accarezzare il ventre stimola i recettori sensoriali del corpo materno che andranno a comunicare con il piccolo: accarezzare è sinonimo di dialogare. Tali elementi inducono cambiamenti ghiandolari, muscolari e mentali: i sentimenti.

 

Porre una mano sulla pancia, sfiorarla delicatamente, effettuare dolci coccole rafforza la relazione madre-bambino che si consoliderà dopo la nascita. In utero il piccolo è già in grado di poter discriminare il tatto della mano della mamma e di riconoscerne la sensibilità. È una forma di protezione materna, per “contenere” tra le braccia il suo bambino. È una forma di presenza, come per dire “io sono qui”. È una forma di affetto, una coccola d’amore. Ogni tocco ha un suo perché: curativo, protettivo, affettivo, intimo e ognuno di essi, ha una risposta differente.

 

Sfatiamo quindi il falso mito della pancia: ovviamente in prossimità del parto, stimolare esageratamente il ventre potrebbe indurre la contrazione uterina, ma nulla di tutto ciò ha a che vedere con l’intento della sua forma relazionale.

 

Godetevi a pieno una delle vostre parti più belle: il grembo racchiudente la sorpresa d’amore più grande.