Lo sforzo che compie il neonato durante l’evento del parto è immane. Si considera sempre la fatica e l’impegno della neomamma che trascorre il travaglio ed il parto, ma dobbiamo anche tenere conto del piccolino: passa da un ambiente acquatico, ad uno pieno di ossigeno; dal buio, alla luce; dal caldo uterino, ad un habitat fresco; il tono dei suoi muscoli risentirà del peso della gravità, ma più di tutti, si ritroverà a respirare autonomamente.
L’adattamento del neonato è il suo primitivo benvenuto nel nuovo mondo ed è fondamentale nei primi minuti dopo la fase espulsiva, poter valutare come è avvenuto. Questo lo si fa attribuendo l’indice di Apgar, un valido indicatore dello stato di salute del neonato e della sua capacità di assestarsi nella vita extrauterina.
È eseguito attraverso due controlli: a 1 minuto dalla nascita che indica come il bambino ha tollerato il processo della nascita e uno a 5 minuti che rileva il suo adattamento iniziale. Sono 5 i parametri presi in considerazione: colorito cutaneo, respirazione, tonicità muscolare, frequenza cardiaca e reattività agli stimoli esterni ed il totale delle singole misurazioni è il dato cardine. Tra 7-10 i valori rientrano nella norma, tra 4-6 è opportuno vigilare il piccolo e se necessario intervenire con adeguata assistenza, < 4, il neonato necessita di cure intensive.
Normalmente si assiste ad un incremento del punteggio valutato tra il primo ed il secondo controllo, tipica rappresentazione di una regolare evoluzione alla nuova vita, ma dobbiamo ricordare che ciò che viene esaminato non è predittivo del suo stato di salute generale a lungo termine; per questo sono necessari i controlli pediatrici dei primi giorni post-nascita.
Diamo il tempo al nostro bambino di adattarsi: non spaventiamoci se non lo sentiamo piangere immediatamente, se richiede maggiori istanti prima di interagire. Ognuno ha i propri tempi e rispettandoli senza timore, cerchiamo di accompagnarlo nel nuovo viaggio della vita.